Nuove uscite, un live di Colapesce e l’attrazione per le cose incomprese

Abbiamo tutti avuto dei problemi da piccoli.
Avere dei problemi è contestuale al fatto di crescere.
Per problemi intendo ad esempio basare i propri interessi su delle fissazioni.
La prima fissazione, in assoluto, per me, sono stati gli animali. Poi la cosa ha avuto un decorso virante alla specializzazione. Quindi nel tempo sono passato prima ai dinosauri – con l’uscita di quel film stupefacente che è “Jurassic Park” – poi agli insetti, infine ai rettili e agli anfibi.
La scelta di tutte queste categorie indesiderabili e il non aver optato per esseri più piacenti tipo gattini, canini e coniglietti, dipendevano dal fatto che il mio interesse, ogni volta, verteva su situazioni disagiate o comunque che avevano grossa difficoltà ad essere accettate, soprattutto dal grande pubblico. Il grande pubblico all’epoca era rappresentato in modo egregio dai genitori, in particolare dalle madri. Se mia madre non accettava o non capiva qualcosa potevo star certo che questa cosa avrebbe incontrato il mio gusto.

Una cosa molto simile è accaduta nel mio rapporto con la musica. La passione per la cosiddetta musica indie, indipendente o come la si vuol chiamare o non chiamare, somiglia alla passione che si può provare per un piccolo rettile, il più delle volte al più brutto e incompreso. Provate a cercare su Google “rospo smeraldino”. Lui è bellissimo, agli occhi di chi lo sa guardare, con tutte quelle macchiette verdi, bianche e grigie tra loro alternate e quegli occhi un po’ ramati e un po’ oliva, striati da mille altre sfumature.
Intendiamoci. Non sono però come quelli che appena qualcosa diventa di pubblico dominio e apprezzato dalle masse perde di interesse. Mia madre, con il tempo, ha iniziato ad apprezzare gli animali strambi che portavo a casa. Nonostante ciò la mia passione per camaleonti, raganelle o iguane non è venuta mai meno. E non per questo gli animali strambi, apprezzati dai parenti, sono diventati mainstream.

Vedere Calcutta protagonista assoluto e glamour della copertina di Rolling Stone (si sa che il nuovo album s’intitolerà “Evergreen”), così come vedere al Primo Maggio a Roma quella super line up e tutti quei nomi familiari come The Zen Circus, Frah Quintale, Maria Antonietta, Galeffi, Canova, Cosmo, Mirkoeilcane, Joan Thiele, Willie Peyote o trovare Motta in tv con Brunori Sas in quella prima puntata, molto, molto bella, della settimana scorsa (la prossima questo venerdì), non cambia la realtà delle cose, la provenienza di queste, né tantomeno il loro valore intrinseco.
Non ha più senso, e lo dico da tempo, parlare di indie vs mainstream. La denominazione itpop, nella sua origine goliardica, ha molto più senso, sotto molti aspetti. In ogni caso qualunque tipo di etichetta sarà sempre limitata e limitante. Anche questo blog continua ad utilizzare il termine indie solo per comodità e per convenzione.
La cosa evidente è che esiste un pubblico molto vivo e attento, figlio allo stesso tempo del Battisti di Mogol come di quello di Panella e che ha come numi tutelari Lucio Dalla e Franco Battiato, quindi insomma gli irregolari, gli obliqui della musica italiana. E pieno di irregolari e obliqui – come ogni anno del resto – sarà il MI AMI di quest’anno (line up qui).

Sabato sono stato al Bronson e ho assistito a quello che forse è stato uno dei più bei concerti dell’anno, almeno per il sottoscritto. Hanno aperto la serata del live di Colapesce i Tante Anna del factotum Alessandro Baronciani. Live rapidissimo, troppo corto forse, ma di una bellezza lancinante. Sono in due sul palco, ma hanno la stessa presenza scenica di una band di cinque o sei elementi.

Pure Colapesce mi ha letteralmente folgorato. Ha suonato tanto e in modo perfetto. La band dietro di lui, e che lo accompagna in questo tour, ha lo spessore di chi la musica la vive, a cominciare da quel talento indiscusso che è Adele degli Any Other, tra l’altro presto in uscita con un nuovo disco per 42 Records.

Vetta del live raggiunta, oltre che dalle performance artistiche di Colapesce, come la distribuzione delle ostie o il falò della scaletta sul palco, dalla cover in solo di Franco Battiato “Segnali di vita”, che ha commosso chiunque dentro al Bronson.

Tra gli album usciti in questa ultima settimana c’è ovviamente Motta con “Vivere o morire”, qui la mia recensione per Le Rane. Non dimentico il nuovo disco di Francesco De Leo “La malanoche”, ascoltabile in anteprima su Rockit o su Spotify. Poi ancora Zerella con “Sotto casa tua” ed Endrigo con “Giovani leoni”. Poi Labradors con “Future Ghosts”, album che è riuscito a emozionarmi, fuori per To Lose La Track. Nota di merito per Sem&Stènn con “Offbeat”, di cui parlai anno scorso, in tempi non sospetti e molto prima che X Factor li scoprisse. Enorme disco per Tobjah, per l’etichetta enorme che è Trovarobato, “Casa, finalmente”, l’esperienza solista del frontman dei C+C=Maxigross. Ultimo ma non ultimo l’ep di DolaSNLRNZ 2”, tre pezzi che sembrano il triplo per sostanza. L’ho apprezzato. Da segnalare “Il Suono di Ivrea”, la prima uscita di Ivreatronic come etichetta discografica. All’interno dieci produzioni di artisti di Ivrea, tutto in freedownload qui, tra cui un nuovo brano di Cosmo “Nel mezzo della notte”.

A volte le cose nuove che escono sono talmente tante che è difficile poter dare il giusto spazio a tutti. Nell’ultimo post, quello dedicato alle donne per intenderci, vi avevo chiesto di inviarmi una parola per definire il nuovo album di Maria Antonietta. Ne sono arrivate moltissime, nessuna negativa, a riprova del valore del suo ultimo lavoro. Ne allego solo alcune, senza nomi, per non fare gaffe tra chi voleva restare anonimo e chi no: qualcuno ha scritto “mio”, intendendo che è un disco che gli appartiene; poi si sprecano, nemmeno a dirlo, i “grandioso”, “emozionante”, “incantevole”. Qualcuno ha scritto dei colori “rosa” o “turchino”. Ma il migliore è stato chi non mi ha detto nessuna parola e mi ha scritto: “Con una sola parola come fai”.

Comincio quindi con il rapido excursus delle cose nuove.

Per primi i promossi:

Verano
Dentro la notte
Videoclip bellissimo. Non ho altre parole. Firmato Alberto Gottardo.

Oriente
Eppure mi va
Molto simile alla cricca CXXXVI. Però si difende, elementi originali nonostante tutto. Testo importante.

Mavs
Kin Kin
Chi si arrangia a volte fa bene, molto bene. E poi ho scoperto che Marche e rap funziona di brutto. Soprattutto quando pronunciano la parola “te”. Brava.

Maiole
Bitcoin (Gioventù)
Anche questo pezzo conferma il fatto che sia da tenere d’occhio.

Plastic Made Sofa
Robot toys
I ritorni. Quelli che si stava aspettando. Poi è un attimo per rendersi conto che non si resterà delusi nemmeno questa volta.

Sloth
Fatte Conosce
Semplici, semplici. Orgoglio romanesco.

Nava
Ritual
Ritornano. E lo fanno nel migliore dei modi possibili.

Albedo
La paura
Forse la cosa migliore uscita questa settimana. Dopo Motta. Made by V4V Records.

Intercity
Joshua
In attesa del doppio album in uscita a settembre. Cosa vuoi dirgli ai fratelli Campetti. Temo per il numero dei pezzi, infilarle tutte sarebbe davvero da fuoriclasse. Fino adesso ci siamo, a me sono piaciuti tutti e quattro gli estratti.

Stanley Rubik
Kreuzberg
Solida e potente. Di valore.

Hu Feat. Trio Cavalazzi
Alpha
Voce particolarissima. E che arrangiamenti.

Lilo
Più parole
Anche se il pezzo non è allo stesso livello dei precedenti e il video è carico di un immaginario quasi elfico, non riesco a dirle di no.

M¥SS KETA
BOTOX
Pezzone. Niente altro da aggiungere. In attesa del disco in uscita il 20 aprile.

Osaka Flu
Gina
Quando si sta rilassati le cose vengono sempre meglio. Pezzo di valore, appoggiato da un video altrettanto notevole. Approvati in tutto.

Drone126
Amor Vincit Omnia
Lavorano quasi come un collettivo e non ne sbagliano una. Sempre sinceri. Non mentono mai.

Makai
Lazy Days” e “Fire Fall
L’Islanda è anche in Italia. Mi piace.

CRLN
In un mare di niente
Piccola meraviglia visual.

Gallaro
Stupida stronza
Certe inflessioni ’70, semplicità, voce calma non urlata gestita in tutta tranquillità, senza strafare. Gli elementi per essere interessanti ci sono tutti. Battisti e Dalla citati, non a caso.

Eugenio in Via Di Gioia feat. Willie Peyote
Selezione Naturale
Testo importante anche qui. Notevoli anche gli arrangiamenti. Il feat. migliore di questi mesi senza alcun dubbio.

I bocciati:

Coez
Ciao
Il pezzo già si conosceva, quindi niente da dire al riguardo. Parlo del video. Non lo so. Mi aspettavo qualcosa di più. Va bene il riepilogo dell’avventura album nuovo, tour, backstage etc. Però poteva essere fatto meglio secondo me, forse anche meno effettato. Troppo simile a quello di “La musica non c’è”. Se è voluto fatico a capirne la scelta.

Viito
Una festa
Piccolo scivolone per il duo romano, al terzo estratto del disco. Questa volta forse troppo Thegiornalisti mood. Io, fossi stato in loro, avrei mantenuto lo stile di “Bella come Roma”.

I Giocattoli
Astronauta
Peccato. Le ultime cose avevano preso una piega giusta. Purtroppo questa ultima non mi ha convinto. La voce femminile sotto quella maschile è troppo acuta. Fastidiosa.

Candreva
Ci giri intorno
Spero in una ripresa futura perché mi piacciono, ma questa volta per me è un no. Il pezzo non tiene, se non la parte di chiusura finale, al limite dello strumentale. Niente a che vedere con “I natali a colori”.

Amber
Supreme
Mi piacciono, ma li boccio per via del ritornello, troppo scontato. Strofa di altissimo livello invece. Aspetto più equilibrio, per una prossima volta.

7mbre
Come non sto bene mai
Bastato molto poco per non convincermi. Ho fatto fatica ad arrivare alla fine del pezzo.

Manfredi
Cuffiette
Proprio non ci siamo. Ritornello fastidioso, pezzo già sentito mille volte. Dispiace perché la stoffa ci sarebbe.

Delta V
L’inverno e le nuvole
Mancavano. È un peccato perché la strofa c’è, ma il ritornello scade in retorica e soluzioni troppo facili. Spero in meglio, prima o poi.

Gli Amanti
Mia casa dolce coscienza
L’ho sentita fino alla fine. Poi non l’ho voluta sentire più.

Anche per questa volta è veramente tutto.
Ora me ne torno alla mia fissa di questo mese, che sta occupando le mie mattine in questi giorni: il giardinaggio. Non sarà molto rock’n’roll né tantomeno punk, ma che soddisfazioni, non potete capi’.

(foto in copertina di Elena Fortunati, foto del concerto di Claudia Zavaglini)