Ultime novità, Thoreau e dell’importanza della vita all’aria aperta

In questi ultimi tempi mi sto dedicando alla cura di me stesso. Il tutto sta avvenendo in modo molto metodico. Sto scoprendo cose che non conoscevo o riscoprendo altre che non ricordavo, anche e soprattutto a proposito di questo mondo un po’ psicotico in cui viviamo. Ad esempio credo di non essermi sentito mai così tanto ridicolo come quando, qualche giorno fa, sono stato da Decathlon. Ero lì per comprare degli indumenti adatti all’attività sportiva. Le reazioni di amici e parenti, quando lo sono venuti a sapere, sono state molto umilianti, data la poca familiarità del sottoscritto con lo sport. 

Pochi giorni fa è stata svelata la copertina del nuovo futuro album di CalcuttaEvergreen”, che tra l’altro pare proprio uscirà in uno dei due giorni del MI AMI e, nelledizione esclusiva per Amazon, oltre al CD, conterrà origami + un vaso + un kit per piantare del basilico. Alla faccia del ritorno alla vita all’aria aperta e alla natura.

La copertina ritrae Edro seduto nel mezzo di un pascolo, circondato da pecore. La visione pastorale latinense – o più probabilmente di campagna romana – mi ha fatto pensare a quanti di noi si siano disabituati alla natura e abituati invece a un tipo di vita in cui le cose crescono sullo scaffale di un supermercato. In queste settimane ho organizzato un vero e proprio orto sul terrazzo di casa. Ci sono zucchine, pomodori datterini, cose del genere insomma. Tempo fa ero a cena con amici, uno di questi ha chiesto al figlio piccolo se sapesse come nascessero i piselli. Mentre lo chiedeva mostrava il sacchetto vuoto di piselli surgelati. Nemmeno a dirlo il piccolo non ne aveva la più pallida idea. Non c’è bisogno di riscoprirsi contadini o di estasi pastorali per stupirsi del fatto che non tutti, probabilmente, abbiano visto una pianta di piselli. La questione tocca anche, ad esempio, il fatto di trovare sempre le cose già pronte. Non stupirebbe se un giorno incontrassimo qualcuno che pensi che le patate nascono sugli alberi. Un filosofo goriziano, Carlo Michelstaedter, già nei primi anni del Novecento teorizzava l’allontanamento dell’uomo dalla natura, nel senso più negativo del termine: “Ogni sostituzione delle macchine al lavoro manuale istupidisce per quel tanto le mani dell’uomo: poiché dal pensiero rivolto a determinate necessità erano state educate a saper fare; e dal congegno, in cui quel pensiero s’è cristallizzato una volta per sempre, rese inutili, perdono ora l’intelligenza di quelle necessità”.

In “Walden” ovvero “Vita nei boschiThoreau lo scrive: “Dobbiamo imparare a risvegliarci e a mantenerci desti, non con aiuti meccanici ma con una infinita speranza nell’alba, che non ci abbandona neppure nel sonno più profondo. Non conosco nulla di più incoraggiante dell’incontestabile capacità dell’uomo di elevare la sua vita con uno sforzo cosciente”.

La vita all’aria aperta illumina, e non soltanto in modo metaforico, ciò che ci circonda.

In queste due settimane sono accadute un sacco di cose. Calcutta ad esempio è stato ospite da Brunori su Rai 3. Se vi siete persi la puntata può essere rivista sul sito della Rai o su YouTube.

Non si contano poi gli appuntamenti a cui non si dovrebbe mancare nei prossimi mesi. Il più vicino è senza dubbio Indie is Agio 4.0 al Circolo Magnolia, la festa della community Diesagiowave il 28 aprile. Oppure il Sei tutto l’indie Fest Vol. II al MONK di Roma di Sei tutto l’indie di cui ho bisogno il 5 maggio. Anche dalla parte delle etichette non si scherza come ad esempio, sempre a Roma, il Bomba Dischi Festival 2018 il 30 aprile. In attesa poi della serie infinita di Primi maggio sparsi in tutta Italia, con in testa l’istituzione romana questa volta presentata da Ambra Angiolini e, udite udite, Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale. Si guarda ormai al MI AMI imminente il 25 e il 26 maggio a Milano.

Pochi giorni fa è uscito il disco di M¥SS KETAUna vita in capslock”, di cui parlerò molto presto, disco di una produzione finissima. È uscito anche “Machepretendi” il disco d’esordio dei Giocattoli che ha al suo interno qualche cosa di valore, ma anche altrettante situazioni da scartare. Su Rockit ho recensito il nuovo disco di Tommaso Di Giulio “Lingue”. No comment invece per “Super Martina” di Lorenzo Fragola feat. Gazzelle, per quanto sia molto figa la parte dove canta Flavio. Ma non mi ci soffermo più di tanto non trattandosi per fortuna di un suo pezzo.

Come sempre i promossi:

Chiara Dello Iacovo
Abitudine
Leggerissima che nemmeno ti accorgi che è già finita.

Leo Pari
Mina
Credo uno dei pezzi più violenti in assoluto di Leo Pari.

Lucia Manca
Eroi
Potete leggere il mio commento al nuovo singolo estratto dall’album di prossima uscita di Lucia Manca su “Paese” la mia rubrica su Dance Like Shaquille O’Neal.

Verano
Le piante
Sempre molto semplice, ma così meravigliosamente diretta.

Pop X
Fader” / “Legionedi6SSI” / “Fucidete” / “Barboni
Quattro pezzi di cui “Fader” e “Barboni” sono i più ascoltabili. Il video di “Fader” poi è una vera e propria ode all’aria aperta. Il drone e i colori spaccano tutto.

Sativa Rose
Sciarada
Non voglio sparare nomi a caso, anche se avverto reminiscenze primi Duemila. Molto sano e piacevole.

Willy Damasco
La domenica con te
Dio ti vede, Pezzali no. Ma è talmente ben fatto che è difficile dirgli di no.

Cromo
Ci siamo
Gestita benissimo. Le strofe soprattutto.

Marina & Sick Luke
Amore e Psiche
Forse un po’ già sentita. Ma ottimo flow e testo di livello.

LefrasiincompiutediElena
Citofono Lavagna, Interno 29
Gli ingredienti per fare fatica ci sarebbero tutti. Ma il risultato finale, low-fi, ha così tanto spessore da convincere.

YOMBE
My veins are roads
Niente da dire sul brano che si conosceva. Ma il video è wow, applausi a chi l’ha fatto.

Adelchi
C.o.n.a.d
Brano che non brilla di coraggio e originalità in alcune scelte stilistiche, ma raggiunge lo scopo che si prefigge: resta in testa. La produzione poi è di livello e fa ben sperare su eventuali realizzazione future.

Bruno Belissimo
La Pampa Austral
Mi ricorda certe cose francese dei primi del Duemila.

Venerus
Non ti conosco
Produzione di livello, suoni attenti.

Franek Windy
Tè + latte
Voce difficile. Ma il pezzo non può lasciare indifferenti.

Bartolini
Nel mare annegare
Letteralmente. Ascolti e non ne esci più.

E i bocciati:

Piotta
Domani è un altro giorno
Mi è piaciuto poco. Lui potrebbe vivere anche solo di rendita per quel pezzone di quando eravamo piccoli che ricordiamo tutti, ma si spera in qualcosa di meglio poi.

Mecna feat. CoCo
Tu ed io
Ci si aspetterebbe qualcosa di più da lui. Si aspetta per tutto il pezzo, ma quel qualcosa in più non arriva, se non in un debole accenno di base valida nella metà del pezzo e alla fine.

Sabba
Sparami
Risparmio battute facili. Credo di essere riuscito ad ascoltare al massimo dieci secondi.

Le Notti Bianche
Passeggiate
Testo banalotto, musica pure. La domanda è una sola: perché?

Baci ovunque
Non pensare
Il ritornello c’era, peccato per la strofa un po’ monotona.

Acquasumarte
Vivere non si può
Poco, molto poco.

Siki
Hai ragione anche tu
Non sarebbe neanche male ma: Righeira?

Friz
Subaffitto
Bella la base, ma finisce lì.

TIRO
Aprile
Voce e testo scontati, l’insieme noioso.

Ricordo che il mio blog personale Stormi è anche su FacebookInstagram e Spotify, dove trovate una playlist con dentro le cose migliori che ogni settimana segnalo.

Da una settimana su Sei tutto l’indie di cui ho bisogno, a cadenza regolare, tengo una piccola rubrica che si chiama “Cosa mi manchi a fare”. Il gioco è semplice: di volta in volta vi segnalo, in un breve post, una canzone, un brano che vale la pena riscoprire, a volte delle vere e proprie perle, spesso un po’ dimenticate, della musica indipendente italiana. Nel primo post trovate l’indimenticabile “Discolabirinto” dei Subsonica.

Sempre in “WaldenThoreau dice: “Mi viene da pensare che non sono tanto gli uomini i guardiani delle greggi, ma le greggi guardiani degli uomini, perché quelle sono molto più libere di questi”.

Sono sicuro che Calcutta sia più vicino a Thoreau e Thoreau a Calcutta di quanto, per esempio, un Salvini, un Di Maio e un Berlusconi lo siano a una benché minima possibilità di governare qualcosa o qualcuno.

Baci sempre più anarchici.