Capire ottobre: torna la rubrica di Stormi sulle nuove uscite

L’autunno mi rincoglionisce. I Fine Before You Came lo scrissero molti anni fa: “È una vita che provo a capire settembre ma non fa per me”. Ora è pure peggio. Siamo in ottobre. Cominciano le prime nebbie, giorni ghiacciati e umidi si alternano a estati fuori tempo massimo. Odio qualunque tipo di oscillazione. E io, in genere, con le altalene mi stresso. Oscillare significa, dal latino, un composto di ob e cillum, appunto “mi muovo”. Spostarsi da una condizione a un’altra opposta. Premesso che qualunque essere umano è soggetto a tale condizione mi rendo anche conto che oggi questa tendenza sia sempre più diffusa. Potremmo trattare dei rapporti umani. Ma non lo farò. Si potrebbe parlare di lavoro. Oppure, english style, le condizioni meteorologiche. Perché sto dicendo questo? Apparentemente tutto ciò potrebbe avere molto poco senso. In realtà, fateci caso, anche la musica si comporta così. Finito il caldo e silenzioso periodo estivo ecco che ci ritroviamo nel turbine delle nuove uscite, letteralmente sommersi da un sacco di novità, spesso inutili o di scarsissimo valore.

L’anno scorso, qui su Stormi, all’interno della rubrica “Settimana”, elencavo pedissequamente, al limite dell’asperger, tutte le nuove uscite. Me le ascoltavo veramente tutte, una per una – cosa che comunque continuo a fare –  poi ne scrivevo, spesso in sintesi, e dicevo che ne pensavo. Per un anno, ogni settimana, facevo questo. È chiaro che da soli un congegno del genere è molto difficile tenerlo in vita. Così per quest’anno ho pensato che possa essere più utile, in caso di uscite che considero importanti, scriverne nei canali social di Stormi, sia su Facebook che su Instagram. Ci sono però, vedi questi giorni, situazioni in cui le uscite di cui credo valga la pena dire si accumulino. Non significa che ciò di cui voglia parlare, ovviamente, sarà trattato bene a prescindere, anzi. Credo infatti che il merito e l’importanza passino per un qualunque tipo di giudizio. Giudicare qualcosa significa decidere di non lasciare che questa cosa resti nel silenzio. Perciò, a chi mi manda la propria musica, preoccupatevi se non ne parlo e non se ne parlo male.

Quindi, tornando a noi, nella rubrica “Settimana” – che cercherò il più possibile di pubblicare periodicamente, una volta alla settimana appunto o al massimo ogni quindici giorni, impegni permettendo – selezionerò una serie di nuovi brani di cui avrà senso che si parli.

In queste ultime settimane sono uscite e sono successe diverse cose. Ne ho parlato già negli ultimi post sui social di Stormi. Il fatto che Vasco Brondi abbia deciso di chiudere il progetto de Le Luci della Centrale Elettrica è senza dubbio qualcosa di eclatante, considerando l’importanza che quei dischi hanno avuto su tutto ciò che è venuto dopo, in modo particolare per quel disco enorme che fu “Canzoni da spiaggia deturpata”, dell’ormai lontanissimo 2008. Lodo Guenzi è giudice a X Factor e considerando testi de Lo Stato Sociale come “Nasci rockstar, muori giudice ad un talent show” fa un sacco ridere sia andata come è andata. Ma del resto cosa gli vuoi dire a Lodo. Non siamo, per fortuna, dei monoliti, assolutamente immuni da qualunque cambiamento. Anche Giuliano Ferrara, per dire, era comunista.

Tra le nuove cose che vi segnalo ci sono:

Frigobar” di Franco126. (singolo)

Ne ho già parlato sui social di Stormi. Ognuno per conto suo e per questa volta è un bene. Dire che fosse difficile uscire con qualcosa che fosse all’altezza di “Polaroid”, l’album insieme a Carl Brave, è fatto scontatissimo. Ancora di più uscire con un singolo che potesse quanto meno eguagliare in qualità il disco solista di Carl Brave, quello che per tutta l’estate ha spopolato praticamente ovunque, perché non importava affatto dove ci si trovasse, lui c’era. C’era e non per una moda del momento, ma perché basta poco, ascoltandolo, per accorgersi che decisamente, direi, mancava un modo così di fare musica, in Italia, oggi. Così esce all’improvviso il singolo che precede l’album solista di Franco126. E se vi aspettavate una copia dei brani di “Polaroid” o “Notti brave” non avete allora capito con chi avete a che fare. Ora non resta che attendere il resto del disco, mentre nella mente risuonano più vere del vero parole che riescono a descrivere quasi tutto: “Va be’, dai, poco importa / solo un’altra giornata storta. / Se va così non è né mia né tua la colpa / e lo so, vuoi una risposta. / E io vorrei dire qualcosa, ma le parole mi muoiono in bocca”. Pezzo assolutamente approvato.

Tempesta” di Gigante. (singolo)

Quasi a caso, direi in un paio d’ore, l’altro giorno ho buttato giù un’intervista per Le Rane a Gigante. Sul momento ascoltando il pezzo ero rimasto un po’ deluso. In “Himalaya” mi era sembrato che il nostro avesse puntato molto di più a un suono meno ricercato, abbandonando quindi l’attenzione per i dettagli, qualunque dettaglio. In “Tempesta” è come avessi avvertito l’intenzione di spostarsi di più verso il pop. Sicuramente l’uscita di questo singolo gli procurerà più pubblico, ma potrebbe anche deludere chi aveva apprezzato brani come “Guerra”. Io l’ho un po’ provocato, con le mie solite domande esistenziali e sulle ultime scelte fatte, le risposte che mi ha dato sono sensate, quindi vale la pena dargli una possibilità. O almeno attendere eventuali prossime uscite. Per me questa volta, anche se gli voglio un sacco bene, non è andata granché bene.

Tokyo” di Cimini. (singolo)

Mi è piaciuta invece “Tokyo” di Cimini. Degli anni’80 di Tommy Paradise non se ne poteva più. Anche se ogni volta che tornano finisce che li ascolti, perché dai non è male in fondo. Cimini invece rappresenta quegli anni ’90 filosanremesi, con quelle canzoni un sacco sentimentali tipo Giorgia o Ron. Estremizzo però fateci caso, mancano solo gli stacchetti di archi e Pippo Baudo che presenta. Per quanto mi riguarda singolo molto approvato. Perché ci vuole coraggio a sbarazzarsi oggi dei synth.

Arto” di Setti. (album)

Si chiama Setti. Non lo conoscono tutti ed è un male. Dentro al suo nuovo disco ci sono dentro pezzi già storici e suonati dal vivo da anni. Le influenze sono tante, a partire da DeMarco, che poi c’è qualcuno che oggi non è influenzato da quel grande pazzo, io non credo. Poi ci senti dentro pure I Cani come in “Iowa”, ma ascoltate “Stanza” o“Mi mancavi”, ci trovi tutto l’animo californiano di Setti. Si sente che ha ascoltato un sacco di hardcore melodico ai tempi, che l’ha superato con ascolti più 2000/2010. Io più sento questo disco e più mi convince. Piacerebbe a nonnoindie. Approvatissimo.

Sopra” di Gazzelle. (singolo)

L’ho scritto già quando è uscito il singolo “Tutta la vita”. Flavio Pardini, in arte Gazzelle, sta lavorando bene. Decisamente meglio di quando ha fatto uscire la pseudoverviana “Meglio così” o cose con basi fintotrap tipo “Martelli”. Pezzi fin troppo facili e che avevano detto addio al Flavio migliore, quello acre. Questa volta nessuna traccia di acido lisergico, ma il pezzo si regge perfettamente. C’è un equilibrio che mancava in tutti i pezzi precedenti – l’ultima che teneva personalmente era “Nero” – ma qui funziona.

Vodkatonic” di Enne. (singolo)

Ultimo ma non ultimo vi segnalo qualcosa che ancora non esisteva, per lo meno in Italia. Enne è cambiato. Ve lo ricordate forse più sottile, meno brusco. Qui è come se fosse stato pompato con anabolizzanti. Ma tutto si spiega. Se prima era un freelance ora è sotto la neonata etichetta di Takagi & Ketra, Pltnm Squad. Infatti dentro c’è tanto french touch, oltre alla synthwave cara all’Enne passato di “San Junipero” e “Al centro di una guerra”. Ora non resta che aspettare l’uscita di nuove cose, magari di un album. Intanto questo singolo è superapprovato, anche se il titolo della track, non so perché, a me ricorda un sacco “Cosmotronic”. Ma questi sono dettagli inutili. Se clicchi play ti dimentichi di tutto e pensi solo a ballare. Ovunque tu sia.

Come al solito mi prometto di scrivere poco e finisco per cambiare idea. Come Lodo Guenzi. Da un opposto a un altro. Altalenante anche io. Tutto questo non mi piace. Soprattutto perché a me mica mi pagano.

Post scriptum: a proposito del libro “I Cani. I dischi, i bagni nel mare, l’umanità” edito da Arcana. Le prossime date previste nel calendario del tour, quelle nei calendario con il TBA, sono previste anche se ancora non so le date precise. Appena ci saranno novità vi avverto sui social. Ah, importante, su TheFreak mi hanno fatto una bella intervista. La trovate qui. Abbracci.